30 ARCHITETTURE IN PIETRA DEL ‘900 IN PUGLIA

Sabato 29 aprile

H. 13:00

Palazzo Ferrari, Parabita

A cura di Mauro Sàito, Presidente DO.CO.MO.MO. Italia Sezione Basilicata e Puglia e Antonello Pagliuca

Contatti: +39 3278773894 (34°Fuso) – info@stonelandfest.it

Sabato 29 aprile alle 13:00 al Palazzo Ferrari di Parabita, opening della mostra “30 ARCHITETTURE IN PIETRA DEL ‘900 IN PUGLIA” a cura di Mauro Sàito, Presidente DO.CO.MO.MO. Italia Sezione Basilicata e Puglia e Antonello Pagliuca. La mostra è un evento pensato in relazione al convegno “Architetture di Pietra del Novecento in Puglia. Conoscenza e Restauro”

La Mostra è il risultato di un’attività di schedatura del patrimonio architettonico regionale del ‘900, con cui ci si propone di conoscere 30 opere di architettura moderne di qualità riconosciuta realizzate in pietra nel ‘900 in Puglia dai Maestri Moderni, tra cui: Narducci, Dioguardi, Brasini, Favia, Piccinato, Barletti, Petrucci, Brunetti, Bazzani, Petrignani, Riva, Anselmi-Chiatante, Piano, Purini.

L’allestimento è stato realizzato da Open Design School di Matera.

“I nostri antenati”, è un romanzo di Calvino che rispecchia la tesi della Mostra mirata a sottolineare che l’identità dell’architettura regionale non può fare a meno dell’eredità culturale degli antenati moderni su cui si basa lo sviluppo della città contemporanea, i cosiddetti “monumenti moderni”. L’avvento della industrializzazione nel settore delle costruzioni ha trasformato il concetto vitruviano di ars costruendi. Si riscontra in Puglia la forte permanenza della pietra, come materiale di costruzione caratterizzante anche nelle innovazioni costruttive, tipologiche, funzionali e formali che caratterizzano la produzione architettonica del ‘900. Quaroni, in Progettare un edificio, afferma che nel processo moderno di progettazione non c’è stato edificio che abbia mantenuto, a rivoluzione compiuta, il tipo o i tipi, il modello o i modelli che esistevano prima.

La Mostra con le 30 opere selezionate attraversa le storie sociali, politiche ed economiche del XX secolo del nostro territorio. Le opere in mostra uniscono realismo e visione, pragmatismo e sperimentazione, capacità di confrontarsi con la tradizione ma anche una forte spinta verso il futuro. Queste caratteristiche originali dell’approccio progettuale alla modernità, sono esempi preziosi di un patrimonio rispetto a cui abbiamo la responsabilità culturale e sociale di conservarlo senza disperderne l’unicità dell’immagine e della visione di una nuova Comunità sognata e solo in parte realizzata.

La selezione delle opere in Mostra segue la modernizzazione dell’Italia dall’inizio secolo al periodo del regime fascista fra le due guerre, alla ripresa produttiva degli anni ’50 e ’60, all’evoluzione della società e dell’economia fino al 2000, segnando un percorso collettivo da ciò che eravamo a ciò che siamo. Occuparsi dell’architettura del ‘900, è come frugare fra le foto di famiglia alla ricerca di immagini di parenti e della nostra gioventù. I vincoli statali e le leggi regionali sulla qualità dell’architettura proteggono l’esistenza del patrimonio moderno, invitano alla conoscenza ed alla tutela dell’architettura del ‘900. Qual è oggi la consapevolezza sociale e culturale del valore dell’architettura moderna nell’uso quotidiano e nell’ambito del processo di restauro del moderno? La tesi strategica della Mostra, che sarà sviluppata nel Convegno a Parabita è quella che i progettisti contemporanei siano “interni” alla storia della modernità, che il processo aperto della “progettualità moderna” sia ancora in corso. L’era della modernità ci appare come una storia in continua trasformazione, una condizione presente caratterizzata da una potenziale “rivoluzione spirituale permanente”. Il restauro dell’architettura moderna può prolungare la storia del progetto moderno attraverso una pratica critica, autoriflessiva e cosciente delle potenzialità espresse dal paesaggio pugliese nelle diverse interpretazioni dei Maestri moderni.

La mostra resterà aperta fino al 15 maggio.